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Il movimento delle Partite Iva Unite arriva in Sardegna e prende il via a Dorgali

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Sabato 27 febbraio a Dorgali una decina di imprenditori si sono riuniti nella Sala Consiliare del Comune per conoscere il movimento delle Partite Iva Unite che ha come “progetto” primario il rilancio dell’economia italiana.

Tra i soci fondatori anche la dorgalese Angela Mereu della ditta Orma Autoricambi che, in qualità di moderatrice dell’incontro, ha esposto i punti principali dell’associazione P.I.U. (Partite Iva Unite) nata da un’idea di un imprenditore pratese, Gaetano Balsamo, con l’obiettivo di creare una serie di servizi per agevolare chi fa impresa.

Si tratta di un’associazione autonoma, democratica, naturalmente apartitica e senza scopi di lucro che, avvalendosi in modo prevalente e determinante dell’impegno volontario dei propri soci, intende raggiungere i propri scopi sociali:

  • Unirsi e agire per salvare le nostre imprese
  • Salvare il made in Italy
  • Fermare i cervelli in fuga
  • Abbassare le tasse
  • Riprendere la sovranità
  • Salvare i posti di lavoro e dei propri collaboratori
  • Investire in nuovi progetti e far ripartire l’economia

 

“PIU ha carattere nazionale e - spiega Angela Mereu - intende costituire, con la forza e la tenacia che caratterizzano gli imprenditori italiani, un modello sociale di riferimento che si basa soprattutto su un rapporto equilibrato tra uomo e natura, in virtù dell’utilizzo razionale delle risorse energetiche provenienti da fonti rinnovabili ed alternative, in grado di sviluppare l’educazione del rifiuto del consumismo a tutti i costi che porta all’alienazione dell’uomo.” 

Una particolare attenzione, secondo quanto riportato, è dedicata ai settori della distribuzione commerciale, del turismo, dei servizi e dei trasporti con uno sguardo alla concorrenza sleale che incide sulla qualità del servizio reso ai cittadini e ai consumatori. “Non si può parlare di concorrenza quando i prodotti non hanno le stesse caratteristiche dei prodotti forniti dalle nostre imprese”, rimarca la moderatrice prendendo come esempi lampanti gli ultimi casi legati all’importazione dell’olio tunisino a dazio zero o il latte in polvere per i prodotti caseari.

"Il primo passo è unirsi per creare forza ed energia in grado di alimentare un organismo che lotta per i propri diritti", sottolinea Alberto Cabiddu, un altro socio sardo fondatore presente all'incontro insieme a Mariano Tegas, e continua "abbassare i costi fissi dell’azienda e poi fare in modo che le imprese collaborino e si uniscano per fare business".

Finanziare nuovi progetti per fermare l’emorragia dei cervelli in fuga perché, commenta Angela Mereu, “non possiamo pensare di formare i giovani per poi mandarli all’estero dato che da noi non c’è “spazio” per esprimere le proprie capacità”. 

Tra gli obiettivi dell’associazione, continua Alberto Cabiddu, anche organizzare una vera e propria scuola di formazione, erogare servizi alle persone ed alle imprese, alle comunità ed al sistema economico e sociale più ampio creando un sistema di rappresentanza unitario delle imprese, delle attività professionali e dei lavoratori autonomi.

Lo scopo di questo incontro che ha incuriosito qualcuno e tentato di chiarire qualche dubbio sull’attività di formazione e informazione che si intende portare avanti, è soprattutto quello ditrovare soci fondatori, liberi professionisti, imprenditori o comunque persone motivate e desiderose di questo cambiamento perché, come più volte ribadito durante la riunione di sabato, “per realizzare questo progetto dobbiamo UNIRCI E AGIRE”. Per raggiungere il risultato l'associazione si propone di contare 300 soci fondatori, 15 per ogni regione dell'Italia, 300 eroi pronti a cambiare positivamente e propositivamente l'imprenditoria italiana e quindi il nostro stile di vita.

A tal proposito, l'invito esteso a tutti per il prossimo incontro in Sardegna è per il 9 aprile 2016 ad Arbatax.

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