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"Se tutti gli ...isti si mettessero assieme..."

L'attore Gianluca Medas insiste e chiede un'assemblea di tutte le forze politiche che hanno solo la Sardegna nel cuore

redazione
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«Molte forme di governo sono state sperimentate e saranno sperimentate alla ricerca di una mediazione fra gli interessi del singolo e quelli della collettività. Per questo è stato detto che la democrazia è la peggior forma di governo ad eccezione di tutte le altre forme che sono state sperimentate di volta in volta. » (Winston Churchill). L'italia è una repubblica parlamentare (quindi a democrazia indiretta). Gli unici strumenti di democrazia diretta che restano ai cittadini sono il referendum, l'iniziativa popolare e la petizione popolare. 
Questo è il primo punto che si deve considerare quando si comincia ad affrontare questo tema, a mio parere affrontato da tutti, in questi ultimi anni, in modo inadeguato. Oltretutto non si capisce esattamente cosa si intende quando si parla di indipendentismo. Gli strumenti che la costituzione italiana mette a disposizione dei cittadini è la rappresentanza, che viene esercitata concretamente da quei parlamentari eletti e delegati da gruppi di persone che spingono verso una azione o un tipo di scelte politiche. Questo in sintesi lo strumento convenzionale internazionalmente riconosciuto che si ha a disposizione per spostare l'attenzione del parlamento verso un tipo di scelta.

La democrazia parlamentare è l'unico strumento legale possibile a nostra disposizione per far luce su determinate posizioni. Davanti a questa considerazione chiara è ovvio che la frammentazione dei movimenti, dei gruppi e dei partiti è un ostacolo gravissimo a qualunque politica autonomistica ecc ecc. Senza rappresentanza insomma si sta solo perdendo tempo.

Questo è solo il primo e il più grave dei problemi di un indipendentismo becero e privo di reale consistenza. Insomma dirsi "Sardegna non è italia" è solo uno slogan che non ha alcuna applicazione pratica. In questo senso è significativa la presenza di Mannichedda nell'azione di governo della giunta regionale il quale sta mostrando grandi capacità di incidere attraverso l'azione del suo assessorato facendo in poco tempo ciò che altri in decine d'anni non sono stati capaci di realizzare. Questo è un modo concreto di cambiare la realtà.

Attraverso l'azione che può essere realizzata solo perché appoggiati da una rappresentanza numerale. Mi chiedo cosa succederebbe se si riuscisse a creare una forte assemblea di tutto il microcosmo dei gruppi indipendentisti, sovranisti, azionisti, federalisti ecc ecc ... io credo che se questo accadesse, privilegiando i punti unitivi, piuttosto che quelli peculiari, si potrebbe cominciare a difendere seriamente il nostro territorio da una serie di decisioni che mai sono davvero condivise e che vedono i sardi sempre subalterni e mai capaci di autodeterminazione.

Se questo risultato si riuscisse ad ottenere, cioè una fortre rappresentanza all'interno del parlamento italiano, ottenuta con numeri chiari e una delega forte dei rappresentanti locali, sono convinto che le esigenze di autodeterminazione e una forte sovranità potrebbe essere realizzata. Per questo motivo l'indipendentismo non è l'obiettivo principale di vuole bene davvero alla Sardegna tutta. Il primo ed unico obiettivo politico e concreto che oggi possiamo desiderare è la rappresentanza politica.

La democrazia e le regole della costituzione italiana permettono questa unica strategia per chi vuole davvero cambiare la società sarda. Per assurdo voglio dire che se un gruppo di musulmani davvero numeroso riuscisse ad ottenre una maggioranza anche limitata in parlamento potrebbe per esempio proporre una legge per imporre che so, il fazzoletto alle donne, è solo un esempio, per carità, è solo un esempio. Per questo dico che l'unico obiettivo di chi davvero vuole bene alla Sardegna è la rappresentanza.

Per questo auspico con forza l'unità, la assemblea delle peculiarità, "sa mesa". Per questo chiedo a tutti i gruppi vari, con molto rispetto della storia dei singoli percorsi, di impegnarsi per la crezione di un'unica assemblea capace di delegare dei rappresentanti preparati, efficaci e pragmatici, capaci di rispondere alle esigenze del territorio, e non dei singoli leaders del microcosmo sardista indipendentista federalista autonomista sovranista.

SARDEGNA è TOTUS IMPARI

 

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