Ci sono sconfitte che fanno male. Ci sono sconfitte senza appello. Ci sono sconfitte pesanti come macigni. Ci sono sconfitte così, proprio come quella di ieri contro il Bologna. Perdere tre a zero in casa contro una tua diretta concorrente alla corsa salvezza non è cosa da poco. Lascia il segno, le cicatrici, tutti i dolori del caso. Ma ieri sera, mentre la squadra annaspava, andava sotto, perdeva Murru per espulsione, quando la squadra proprio non c’era, come non c’era nessuna reazione, quando sono arrivati anche il secondo e il terzo gol, quando ormai era notte fonda per i rossoblù, al Sant’Elia è andato in scena uno spettacolo al quale raramente, perlomeno in Italia, si può assistere: la curva, che non ha smesso un solo minuto di cantare e incoraggiare i ragazzi dal primo al novantesimo minuto, al triplice fischio, quando in qualsiasi stadio sarebbe partita la contestazione, i fischi, gli insulti, sulle gradinate della curva nord è scattata “la festa”: applausi a scena aperta per ringraziare comunque il Cagliari, per incoraggiarli, per chiedergli di non mollare. È stato come dire “noi ci siamo e sempre ci saremo e tu non sarai mai solo magico Casteddu”. Minuti da brividi, brividi rossoblù. Quel pubblico, quei tifosi, quegli applausi meritano soddisfazioni, gol e vittorie. Forza Cagliari, rialzati!