Collegialità e senso di appartenenza ad una comunità , ma anche responsabilità individuale nel mettersi in gioco in prima persona per ottenere cose concrete. Eâ questo, in estrema sintesi, il messaggio che il segretario nazionale del Pd Matteo Renzi ha voluto lanciare questo pomeriggio dalla Fiera di Cagliari agli elettori del suo partito. Il ârottamatoreâ è stato protagonista di un intervento di circa trenta minuti a sostegno della campagna elettorale di Francesco Pigliaru, candidato presidente del centrosinistra alle elezioni regionali del prossimo 16 febbraio. I due sono arrivati sul palco preceduti dalle note di alcune canzoni dei Beach Boys (tra cui unâallusiva âGood Vibrationsâ), e sono stati presentati alla platea dal senatore e segretario regionale del Pd Silvio Lai. Renzi ha pienamente sposato la tesi, esposta pochi minuti prima da Pigliaru, secondo cui la scuola deve essere il primo settore da cui ripartire per uscire dalla crisi. E questo sia a livello educativo e formativo (âsaremo un Paese civile quando si troverà lavoro perché si conosce qualcosa e non qualcunoâ), sia sul piano edilizio. Mettere in sicurezza gli edifici scolastici, secondo il leader del Pd, è una priorità regionale e nazionale da attuare anche a costo di sforare dai patti di stabilità . âDobbiamo andare in Europa â afferma il sindaco di Firenze â sapendo di dover mettere a posto i nostri bilanciâ ma anche sostenendo con fermezza che âla stabilità dei burocrati di Bruxelles non vale la stabilità dei tetti delle scuole dei nostri figliâ. Altra emergenza per la Sardegna è il lavoro, tema sul quale Renzi ha attaccato ironicamente lâattuale Governatore Ugo Cappellacci: âha detto che mi rullerà come ha già rullato Veltroni, ma finora ha rullato voi sardi, perché aveva promesso 100mila posti di lavoro, ed effettivamente ci è andato vicino, perché la cifra è 80mila, ma in meno! â. Occupazione diminuita anche nel settore turistico, sottolinea il segretario, perché oggi âvenire nellâIsola costa di più rispetto ad altre zone europee concorrentiâ. Attualmente, secondo Renzi, âla Sardegna è come unâauto in sosta con le quattro frecce inseriteâ. Sta agli elettori decidere che, con Pigliaru presidente, questa terra âpossa togliere le quattro frecce e ripartireâ. Ma perché Pigliaru possa vincere le elezioni, sottolinea Renzi, è necessario che il popolo isolano del Pd lo sostenga âri-innamorandosi della politicaâ, e smettendola âcon la rassegnazione e con lâidea che le colpe siano sempre degli altriâ. Al contrario, è necessario âmettersi in gioco in prima persona, coinvolgendo le persone casa per casa, facendo uno sforzo di civiltà nellâandare a chiedere il voto anche a chi finora votava centrodestraâ. Perché âin un Paese civile â prosegue Renzi riferendosi alle sue recenti aperture al dialogo nei confronti di Berlusconi â le regole del gioco si scrivono insiemeâ. E a proposito di dialogo, insiste il segretario, âè sicuramente bello comunicare via mail, Facebook o Twitterâ, ma è ancora più bello âparlare con le persone guardandole negli occhiâ. E questo, afferma il ârottamatoreâ strizzando lâocchio al suo pubblico, è ancora più vero âper voi Sardi, che avete dei valori umani e culturali ancor più profondi del vostro fantastico mareâ. Ma Renzi insiste soprattutto sulla sua visione comunitaria di un Pd in cui âè vero che ci sono ancora molti limiti e spesso si litiga troppoâ, ma che proprio per questo dimostra di non essere espressione âsolo di un leader che decide da soloâ. Anzi, secondo il primo cittadino fiorentino (che ha voluto salutare anche il suo compagno di partito e sindaco di Cagliari Massimo Zedda) lâanima del partito è costituita âdalle tante persone intelligenti come Francesca Barracciu, capaci anche di fare un passo indietro per il bene comuneâ. La Barracciu era stata indicata inizialmente attraverso le primarie come candidata alla presidenza della Regione, ma in seguito al suo coinvolgimento nellâinchiesta sullâuso improprio dei finanziamenti pubblici ai gruppi consiliari era stata poi sostituita da Pigliaru (pare anche dietro pressioni dello stesso Renzi). Nel corso del suo monologo il leader del Pd ha anche evidenziato come il suo partito sia, a suo parere, lâunica âvera sinistra che è anche concretezzaâ, in contrapposizione non solo âad una destra che ci ha già fatto vedere cosa non sa fareâ, ma anche âad una sinistra come quella di Michela Murgia, in cui câè solo idealità â. La candidata presidente della coalizione Sardegna Possibile, afferma Renzi, âè una scrittrice che amo e che avrà ancora più tempo per scrivere perché non vincerà â. âE siccome la Murgia non ha alcuna possibilità di vittoria â prosegue il segretario â un voto dato a lei è in definitiva un voto regalato alla destraâ. E soprattutto âvotare per la Murgia mette a posto la coscienza â è lâammonimento â ma votare per Pigliaru mette a posto la Sardegnaâ. Il ârottamatoreâ ha chiuso il suo intervento rimarcando ancora una volta che il futuro degli elettori sardi del Pd ânon dipende da un signore venuto da fuori a dire cose straneâ, ma dipende da loro stessi. Dopo un augurio di in bocca al lupo a Cagliari e alla Sardegna, Renzi ha abbandonato il palco e si è unito ai suoi sostenitori, mentre dagli altoparlanti risuonava una non casuale âDonât stop me nowâ dei Queen.