Cappellacci e Pigliaru: due candidati alle prossime elezioni regionali

Chi sono e i loro programmi. Resoconto Candidati Parte 1

Fredi Mereu
13/02/2014
Politica
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A tre giorni dal voto per le elezioni regionali, tracciamo un breve profilo degli aspiranti Governatori e riepiloghiamo sommariamente i loro programmi. Oggi ci occuperemo dei due candidati che, secondo gli ultimi sondaggi (ovviamente tutti da confermare) sarebbero in testa nella corsa per la presidenza della Sardegna: andando in ordine alfabetico, Ugo Cappellacci per la coalizione di centrodestra, e Francesco Pigliaru per quella di centrosinistra.

Ugo Cappellacci, cagliaritano classe 1960, è figlio di Giuseppe (commercialista di Silvio Berlusconi negli anni ‘80) e nipote di Carlo Meloni (che fu fra i 18 estensori dello Statuto sardo, nonché sindaco di Iglesias nell’immediato dopoguerra). E’ sposato e ha tre figli. Laureato in Economia e Commercio, ha poi seguito specializzazioni e corsi a Milano, Roma e Pisa. E’dottore commercialista. Nel suo curriculum lavorativo figurano, oltre alla libera professione, collaborazioni di varia natura con enti universitari, società di ricerca pubbliche e private, istituti bancari. Tra le altre cose, dal 2001 al 2003 fu presidente della Sardinia Gold Mining, una società di cui era azionista di maggioranza una multinazionale prima australiana e poi canadese. La compagnia ottenne negli anni ’90 importanti concessioni di ricerca aurifera nel territorio di alcuni comuni della Marmilla. Attività poi definitivamente cessate entro la prima decade del nuovo millennio. L’introito economico per la Sardegna e per le zone direttamente interessate fu minimo, ma l’impatto ambientale fu devastante. Sono tuttora al centro delle cronache varie “bombe” ambientali come quella del famoso lago di cianuro a Furtei. Nel 2003 Cappellacci entra in politica nelle file di Forza Italia, al cui interno rivestirà poi i ruoli di commissario provinciale, coordinatore provinciale, coordinatore regionale e membro dell’ufficio di presidenza. Nello stesso periodo ricoprirà l’incarico di assessore al Bilancio prima nella giunta regionale Pili-Masala, poi dal 2004 al 2008 nell’amministrazione comunale di Cagliari guidata per due volte dal compagno di partito Emilio Floris. Nel 2009 viene eletto Governatore della Sardegna con il 51,88 % dei voti. E’ stato anche componente, a vari livelli, di diversi organismi rappresentativi delle Regioni, sia in ambito nazionale che europeo. E’ stato coinvolto in diverse vicende giudiziarie, alcune connesse alla sua attività politica, altre attinenti al suo ruolo in consigli di amministrazione societari. Gli sono stati contestati, a vario titolo, i reati di truffa, corruzione, abuso d’ufficio, bancarotta. Cappellacci è stato prosciolto dalle accuse in due processi (caso Cisi-Fideuram e crac della municipalizzata di Carloforte). Sono invece ancora in corso i procedimenti sulla P3 e i relativi appalti per l’energia eolica, e sul crac Sept Italia.
Attualmente Cappellacci cerca la riconferma a Presidente della Regione proponendo agli elettori un programma imperniato su un modello di sviluppo fondato sulla green economy, ma soprattutto sulla ipotetica e controversa realizzazione della Zona Franca Integrale per l’Isola. In particolare, Cappellacci individua quattro fasi fondamentali: azzeramento dell’IRAP per le imprese locali, dimezzamento del costo del carburante alla pompa per i sardi, calo del 50 % dei costi dell’energia elettrica per famiglie e imprese isolane, creazione di un distretto agro-industriale-energetico capace di creare 10mila nuovi posti di lavoro. L’inquilino uscente di Villa Devoto promette inoltre l’attuazione di politiche sulla prima casa, sul contrasto alla disoccupazione, sul risparmio nella Sanità, sulla valorizzazione dell’identità culturale e dei prodotti della Sardegna. Durante la campagna elettorale, Cappellacci ha anche voluto rivendicare alcuni risultati già raggiunti o in via di conseguimento da parte del suo esecutivo. Viabilità regionale con particolare riferimento all’apertura dei cantieri per la Sassari-Olbia, continuità territoriale, fondi regionali di garanzia e credito per famiglie e imprese, riduzione del 70 % dell’IRAP. Il presidente uscente ha anche attaccato, in diverse circostanze, i candidati avversari fra cui Francesco Pigliaru, considerato un “Topo Gigio manovrato da qualcun altro”, nonché uno di quei vecchi esponenti di centrosinistra “che dopo aver sbagliato tutte le terapie e aver ridotto l’Isola sul lastrico [si riferisce ai tempi della Giunta Soru, NDR], parlano come se fossero alla loro prima esperienza”. Secondo Cappellacci, Pigliaru sarebbe il “padre della tassa sul lusso, oltre che di un famoso progetto di programmazione territoriale avviato in pompa magna e naufragato totalmente”. Ecco perché, a suo giudizio, la candidatura dell’economista sassarese sarebbe “una scelta disperata e dell’ultimo minuto”, dettata solo dal ritiro della candidatura di Francesca Barracciu. L’ex consigliere regionale, poi europarlamentare, era uscita vincitrice dalle primarie ma poi era stata coinvolta nell’inchiesta, tuttora in corso, sull’improprio utilizzo dei fondi ai gruppi consiliari.
Francesco Pigliaru, nato a Sassari nel 1954, è figlio del filosofo orunese Antonio, autore del “Codice della vendetta barbaricina”. E’ sposato e padre di un figlio. Laureato in Scienze Politiche, ha poi conseguito specializzazione a Milano e master a Cambridge, prima di insegnare all’estero e in Italia, dove è attualmente professore ordinario di Economia politica presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Cagliari. Dal 2009 è anche pro-rettore dello stesso Ateneo. In passato è stato direttore del CRENoS (Centro Ricerche Economiche Nord-Sud), nonché membro del consiglio di amministrazione del Banco di Sardegna. E’ autore di svariate pubblicazioni scientifiche. Entra in politica nel 2003, unendosi alla squadra di Renato Soru (imprenditore fondatore di Tiscali) per formare la lista Progetto Sardegna nell’ambito della coalizione Sardegna Insieme, che vincerà le elezioni regionali del 2004. Pigliaru sarà anche uno dei co-autori del programma elettorale. Nella Giunta Soru, Pigliaru viene nominato assessore alla Programmazione e Bilancio, ma si dimette dall’incarico nel 2006 in polemica con lo stesso presidente, al quale contesta soprattutto l’eccessivo decisionismo e accentramento di potere. Durante questa esperienza amministrativa, Pigliaru è stato l’ispiratore del programma Master and Back, finalizzato ad incentivare l’assunzione in Sardegna di giovani che avessero conseguito percorsi di formazione specializzata all’estero. E’ stato anche il principale promotore della “vertenza entrate”, attraverso la quale la Regione ha reclamato dallo Stato quote tributarie di propria spettanza mai corrisposte. All’inizio dello scorso mese di gennaio, Pigliaru è stato scelto come candidato Governatore dal PD, pur non essendo un membro iscritto. Inizialmente, le primarie tenute dal partito nel settembre 2013 avevano indicato come aspirante presidente Francesca Barracciu, ex consigliere regionale e attuale parlamentare europea. Ma il suo coinvolgimento nell’inchiesta giudiziaria sull’utilizzo dei fondi ai gruppi consiliari ha portato al ritiro della sua candidatura, sostituita da quella di Pigliaru. Il programma elettorale elaborato dall’economista esprime la volontà di mettere al centro dell’attenzione le persone, investendo sulla formazione, cercando di assicurare maggior partecipazione al mercato del lavoro, garantendo parità di genere e solidarietà generazionale. Per quanto riguarda l’istruzione, Pigliaru ha sottolineato durante la campagna elettorale la volontà di concentrarsi sulla scuola non solo dal punto di vista culturale, ma anche edilizio, per ottenere così un duplice risultato sia in termini di messa in sicurezza degli edifici, che di aumento dell’occupazione nel settore delle costruzioni. Il candidato del centrosinistra ha anche manifestato l’intenzione di affrontare i problemi della riqualificazione territoriale, delle bonifiche ambientali e del sostegno all’agricoltura e al turismo. Strumentali ad alcuni di questi obiettivi sono l’esigenza di una adeguata tutela del bene-paesaggio, di un potenziamento del sistema dei trasporti interni ed interregionali, e di uno snellimento della macchina burocratica. Nel corso delle convention elettorali, Pigliaru ha attaccato più volte il presidente uscente Ugo Cappellacci per l’azione di governo di questi anni, definita “disastrosa” perché frutto di “incompetenza, ignoranza, sciatteria” sotto tutti i punti di vista. Secondo l’economista, “occorrerà un gran lavoro per rimediare a 5 anni in cui è stato fatto peggio che niente, uno sfascio totale”. E adesso i colpevoli starebbero cercando di coprire il disastro con “le solite politiche berlusconiane del fumo negli occhi”. A questo proposito, il docente universitario giudica “irricevibile, inaccettabile ed incomprensibile” l’idea di Cappellacci sull’istituzione di una Zona Franca Integrale per la Sardegna. Secondo Pigliaru, la proposta sarebbe totalmente priva di coperture finanziarie, e avrebbe quindi effetti disastrosi sui conti pubblici a causa dei mancati introiti fiscali che comporterebbe.

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