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Al Jazzino di Cagliari Alfredo Franchini presenta il suo ultimo libro

“Quegli occhi mai più rivisti”, ecco il romanzo del bravo e sensibile giornalista-narratore

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La presentazione dell’ultima fatica letteraria di Alfredo Franchini "Quegli occhi mai più rivisti" edito da Rupe Mutevole, si terrà lunedì 15 febbraio alle 19 al Jazzino di Cagliari in via Carloforte, il tempio isolano della grande musica di qualità e dell’ottimo cibo, riaperto da poco e crocevia dei più grandi artisti nazionali e stranieri.

Dopo la parte letteraria, gli appassionati potranno gustare una digressione musicale di uno degli amici più cari del bravissimo narratore-giornalista, Mario Brai in trio con il chitarrista Marcello Mulas e la cantante Cristina Lanzi.

Alfredo Franchini, giornalista dalle origini "miste", è nato nel 1954 a Carovigno (Brindisi), da madre pugliese e padre di Avellino. Vive a Cagliari  da quando aveva quattro anni. Alla personale "questione meridionale" e sarda che era già insita dalle origini, ha aggiunto negli anni quella ligure,  frequentando per lungo tempo la riviera ligure con preferenza per il Levante.

Come giornalista si è sempre occupato della "cosa pubblica", cioè di politica ed economia, lavorando per una delle prime televisioni private della Sardegna, (La Voce sarda), per il settimanale Panorama, (quando non era ancora di Berlusconi), e per la Nuova Sardegna.

Sostenitore dell'industria in una  regione che di imprese ne ha davvero poche, ha  vinto nel 1992 il Premio nazionale dell'Assoindustria di Sassari; ha poi diretto l'Annuario Economico e Politico della Sardegna dal 1989 al 1994, anno in cui troncò l'esperienza perché in quella primavera – afferma lo stesso Franchini -  si registrò la fine della politica in Italia. Cercatore di acqua nel deserto, ha realizzato agli inizi degli anni Ottanta un programma per Radio Rai intitolato "Il turismo come lavoro".

Ha scritto un libro sul rapporto ventennale con Fabrizio De André la cui presenza è stata (ed è) per lui una costante nella vita di tutti i giorni. Al di là dell'economia, le vere passioni di Franchini sono la poesia e la musica: un amore così forte che non ha mai voluto guastare facendolo diventare un lavoro. Tra le altre pubblicazioni, "La fatica di essere sardi" (Fratelli Frilli 2004), il libercolo "Tra cantautori e il jazz", intervista con Ellade Bandini (Ilmiolibro.it, Roma 2008) e “Tiscali. Una storia tutta italiana” (Fratelli Frilli 2012).
Il protagonista di questo breve ma intensissimo romanzo non è un isolano ma ha scelto di isolarsi. Il suo isolamento non avviene in una isola straordinaria come la Sardegna ma in un luogo dell’Appennino tosco-emiliano in cui quest’uomo, facendo i conti con la propria vita emotiva sentimentale e forse anche lavorativa visto che è stato appena mandato a casa dall’azienda per cui ha lavorato per trent’anni con 30 mila euro, comincia a fare i conti con se stesso e con il suo migliore e peggiore nemico e cioè l’alcol.

In questo sperduto e forse per alcuni persino gradevole esilio il personaggio chiave del volume di Franchini si tormenta, confrontandosi con le figure femminili del proprio passato alle quali si è aggrappato, che forse ha amato, ma per le  quali oggi è diventato come una sorta di scalatore della propria vita.

E rendendosi conto di aver lasciato il rubinetto dello scorrere del  proprio tempo irrimediabilmente aperto, si accorge, ormai tardivamente, che l’acqua è terminata e che adesso ci sono solo gocce che scandiscono il suo giorno. Sono  gocce d’acqua ma anche litri di wisky. In questa desolazione, mentre fa  i conti col suo passato,  in un  desolante scenario di depressione compiacevole e compiaciuta anche perché il personaggio si parla molto addosso, arriva in paese una ragazza che, inevitabilmente misteriosa, attrae l’attenzione di chiunque. La ragazza viene dall’Est, dalla Russia, è  bellissima come tutti i migliori sogni o i migliori incubi e due solitudini iniziano a collimare, a frequentarsi. Prima in modo assolutamente casuale, per quanto sia impossibile la casualità  nell’unico bar frequentato del paese, poi secondo i disegni di un destino sempre presente.

La ragazza non vuole parlare del proprio passato e l’uomo non vuole parlare del suo vissuto, quindi questa è la base di un rapporto in cui nessuno dei due ha deciso di raccontarsi.

Ci sono scene molto belle, anche tenere, persino divertenti, nonostante questo romanzo sia assolutamente cupo, quanto l’animo del protagonista, Luciano, per il quale la  ragazza è una sorta di raggio di sole.

Finché il protagonista non commette l’errore imperdonabile di andare a leggere il cassetto proibito  della moglie. E l’inganno finisce.

Per i lettori più affezionati ulteriori notizie in due pagine speciali di Facebook, “Quegli occhi mai più rivisti” e “Tra letteratura e musica”.

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