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Un fegato per due pazienti. All'Ospedale Brotzu di Cagliari è possibile il trapianto di fegato Split

Passi avanti nelle tecniche dei trapianti

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Da un fegato, due trapianti. La Prometeo Aitf Onlus, attraverso il suo presidente Pino Argiolas, esprime soddisfazione per l'importante traguardo raggiunto " perché " precisa Argiolas, " è la risposta a quanto il primario Fausto Zamboni e la Commissaria straordinaria dello stesso Ospedale Graziella Pintus, chiedevano da mesi all'Assessorato alla Sanità" 

Il 2015 infatti non è stato un anno facile per i trapianti, con un calo delle donazioni rispetto al trand degli anni precedenti.  L'associazione denunciò il problema pubblicamente, invitando i responsabili a prendere i necessari provvedimenti, consci del fatto che che chi aspetta un trapianto d'organo ha questa come unica possibilità di sopravvivenza. La risposta infine è arrivata con i complimenti dell'Associazione e degli addetti ai lavori. Con l'assunzione di alcuni specialisti, un chirurgo e un rianimatore che possa assistere nel pre e post trapianto, " si potrà realizzare il trapianto Split Liver ( fegato diviso)" .

I principali motivi di soddisfazione spiega Argiolas, sono dovuti al fatto che è la nuova normativa dei trapianti che impone che ogni fegato donato da un paziente entro i 50 anni debba essere diviso tra due pazienti e poterlo fare a Cagliari è fondamentale per la Sardegna che non è più sottoposta al rischio di vedere i suoi pazienti attendere a cause di carenze sanitarie. 

La seconda conseguenza è che in tal modo, come evidenziato da dr. Fausto Zamboni, si può aumentare del 30% il numero totale dei trapianti realizzati. Un unico organo potrà servire per salvare due pazienti : un adulto con normali caratteristiche e un bambino, o ricevente, normalmente donna, che pesi al massimo 40-45 kg.

Negli incontri con la Commissione Sanità del Consiglio Regionale, l'Assessore Arru e il Direttore Generale Sechi, erano stati chiesti anche la riorganizzazione del Day Hospital del centro trapianti che è stata parzialmente realizzata con l'ampliamento della dotazione organica. Con una gastroenterologa e un'infermiera il servizio è stato implementato, consentendo una più puntuale assistenza ai pazienti. 

Questi risultati, continua Argiolas, sono la dimostrazione che "con il dialogo costruttivo con le istituzioni si possono trarre benefici di lungo periodo per tutti i pazienti" e che in un momento in cui "sono in tanti a sparare a zero sulla Sanità sarda, questo sia invece un ottimo risultato" 

 

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