Partecipa a CagliariQuotidiano.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La Bohème ritorna al Teatro Lirico di Cagliari

Questa sera alle 20.30 la prima dell'immortale ed amatissimo capolavoro di Giacomo Puccini

Condividi su:

E' stato Lorenzo Arruga a presentare ieri il secondo titolo della Stagione lirica e di balletto 2016 del Teatro Lirico di Cagliari firmata dal Sovrintendente Claudio Orazi coadiuvato dal Direttore artistico Mauro Meli: La Bohème, scene liriche in quattro quadri, su libretto di Luigi Illica e Giuseppe Giacosa, tratto dal romanzo Scènes de la vie de Bohème di Henri Murger e musica di Giacomo Puccini (Lucca, 1858 - Bruxelles, 1924).

 

L’opera viene rappresentata in un allestimento del Teatro Regio di Parma (in sostituzione dell’annunciato allestimento del Maggio Musicale Fiorentino) che conta della regia del romano Ugo Tessitore, già noto al pubblico cagliaritano soprattutto per aver curato, in qualità di regista collaboratore, tutte le messinscene di Luca Ronconi (The Turn of the Screw 1998, Capriccio 2003, Alfonso und Estrella 2004) col quale ha lavorato da sempre, delle scene di Nica Magnani, dei costumi di Marco Nateri, ricercato artista cagliaritano che ha firmato numerosi allestimenti tra cui la recentissima La campana sommersa (2016), Turandot (2014) e I Shardana (2013), e delle luci di Marco Giusti.

 

L’Orchestra, il Coro del Teatro Lirico di Cagliari e il Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari sono diretti dal giovane maestro concertatore e direttore Michelangelo Mazza, che ritorna a Cagliari dopo il concerto diretto nel febbraio di quest’anno. Il maestro del coro è Gaetano Mastroiaco, mentre il maestro del coro di voci bianche è Enrico Di Maira.

 

Il cast degli interpreti è composto da giovani di talento, di cui alcuni al loro debutto assoluto nel ruolo, che si alternano nelle recite quali: Matteo Lippi/Jenish Ysmanov (30/4, 8/5) (Rodolfo), Andrzej Filończyk/Filippo Fontana (30/4, 8/5) (Schaunard), Stefano Rinaldi Miliani (Benoît), il soprano livornese Valentina Boi/Grazia Doronzio (30/4, 8/5) (Mimì), Vincenzo Taormina/Gocha Abuladze (30/4, 8/5) (Marcello), Krzysztof Baczyk/Mariano Buccino (30/4, 8/5) (Colline), Francesco Leone (Alcindoro), Lavinia Bini/Maria Laura Iacobellis (30/4, 8/5) (Musetta), Enrico Zara (Parpignol), Oscar Piras (Un venditore), Alessandro Frabotta (Sergente dei doganieri), Francesco Leone (Un doganiere).

 

Tragedia della giovinezza, ma anche inno all’amore puro, in un’ottocentesca ambientazione parigina, La Bohème viene rappresentata, per la prima volta, il 1° febbraio 1896, al Teatro Regio di Torino, con la direzione di Arturo Toscanini. Giacomo Puccini scrive la musica in soli otto mesi per quella che diventa, da subito, una delle sue opere più amate e rappresentate e che continua, ancora oggi, a commuovere ed a meravigliare per la freschezza e modernità della melodia e dei temi trattati. L’autore s’inserisce nell’ormai imperante gusto verista, rinunciando alle tinte più plateali e truci volute dal movimento culturale, per privilegiare la storia sincera e semplice di Mimì e Rodolfo e le schermaglie amorose di Marcello e Musetta che diventano spettacolari tranches de vie che ispirano registi, scenografi ed artisti da ormai 120 anni.

 

L’opera, della durata complessiva di 2 ore e 30 minuti circa compresi due intervalli fra il II e il III quadro e fra il III e il IV quadro, viene, ovviamente, rappresentata in lingua italiana, ma, come ormai tradizione al Teatro Lirico di Cagliari, viene eseguita con l’ausilio dei sopratitoli che, scorrendo sull’arco scenico del boccascena, favoriscono la comprensione del libretto.

 

La Bohème, la cui ultima rappresentazione al Teatro Lirico di Cagliari risale al gennaio 2010, viene replicata: sabato 30 aprile alle 19 (turno G); domenica 1 maggio alle 17 (turno D); martedì 3 maggio alle 20.30 (turno F); mercoledì 4 maggio alle 20.30 (turno B); venerdì 6 maggio alle 20.30 (turno C); domenica 8 maggio alle 17 (turno E). Le recite per le scuole, edizione “ridotta” dell’opera della durata complessiva di 75 minuti circa, sono: martedì 3 e venerdì 6 maggio sempre alle 11. La recita “ridotta” di giovedì 5 maggio, inizialmente prevista per le 11, è stata spostata alle 16 ed è rivolta, oltre che agli studenti, anche alle famiglie ed alle associazioni musicali e culturali.

 

Per chi ancora non conoscesse la trama e si avvicina per la prima volta al meraviglioso mondo pucciniano ecco la trama di questo straordinario capolavoro ambientato a Parigi intorno al 1830

Quadro I In soffitta

È la vigilia di Natale. In una fredda soffitta del Quartiere Latino, rifugio di quattro giovani artisti perennemente squattrinati, il pittore Marcello propone di riscaldare l’ambiente bruciando nel caminetto la tela alla quale sta lavorando; il poeta Rodolfo lo trattiene e dà invece alle fiamme il manoscritto di una sua tragedia. Reduce da un’infruttuosa spedizione al banco dei pegni, sopraggiunge Colline, il filosofo della compagnia, presto seguito dal musicista Schaunard. Fortunatamente quest’ultimo ha ricevuto un inaspettato compenso da uno stravagante lord inglese, perciò si presenta carico di provviste e con un gruzzolo di monete che divide tra gli amici. Mentre i quattro si accingono a uscire per festeggiare degnamente la vigilia, arriva Benoît, il padrone di casa, a reclamare l’affitto del trimestre. Accolto con ostentata cortesia, l’uomo accetta il vino che gli viene generosamente versato e, mezzo ubriaco, confessa imprudentemente una sua avventura galante. Fingendosi sdegnati e scandalizzati, i giovani lo cacciano in malo modo senza dargli un soldo.

Marcello, Colline e Schaunard escono; Rodolfo si trattiene, ripromettendosi di raggiungerli al Caffè Momus dopo aver terminato l’articolo di fondo per il suo giornale. Di lì a poco qualcuno bussa timidamente alla porta: è Mimì, una giovane vicina di casa, che ha bisogno d’aiuto perché la sua candela si è spenta mentre saliva le scale. Vedendola affannata e sul punto di svenire, il giovane la sostiene e la soccorre premurosamente. Dopo essersi ripresa, Mimì sta per congedarsi, quando si accorge di aver dimenticato nella stanza la chiave di casa. Mentre esita davanti alla porta aperta, una corrente d’aria spegne nuovamente il suo lume e, subito dopo, anche quello di Rodolfo. Fingendo di cercare a tentoni la chiave, che in realtà ha subito ritrovato, il poeta incontra nel buio la mano infreddolita della ragazza e la trattiene nella sua per riscaldarla. La situazione di intimità favorisce le confidenze tra i due giovani che, ormai in pieno idillio, si avviano insieme alla volta del Caffè Momus.

 

Quadro II  Al Quartiere Latino

I dintorni del Caffè Momus brulicano di venditori e di folla. Dopo averle comprato una graziosa cuffietta rosa, Rodolfo presenta Mimì agli amici che, seduti intorno ad un tavolo all’esterno del Caffè, si accingono a ordinare la cena.

All’angolo della strada compare improvvisamente la provocante e vistosa Musetta, accompagnata del vecchio Alcindoro. Non appena si accorge della presenza di Marcello, suo ex amante, la donna si siede di proposito al tavolino accanto al suo e fa di tutto per mettersi in mostra. Indispettita dall’apparente freddezza del giovane, Musetta allontana il suo accompagnatore con una scusa e si getta tra le braccia di Marcello, che è pronto a riconciliarsi con lei.

Nel frattempo i quattro artisti si accorgono di non avere di che pagare la cena appena consumata: Musetta si fa consegnare il loro conto e lo lascia insieme al suo sul piatto di Alcindoro. Approfittando della confusione provocata dal passaggio di una banda militare, il gruppetto abbandona il Caffè prima che il vecchio ritorni.

 

 

Quadro III  La barriera d’Enfer

È un’alba di febbraio nevosa e triste. I doganieri si muovono sonnacchiosi per lasciar passare gli spazzini e le lattivendole. Mimì si aggira in cerca di Marcello, impegnato a dipingere nel cabaret prospiciente la barriera. Disperata perché la sera prima Rodolfo l’ha abbandonata dopo l’ennesima scena di gelosia, la ragazza chiede consiglio e aiuto all’amico pittore. Marcello la informa che il giovane ha passato la notte su una panca del cabaret e, dopo averle assicurato il suo interessamento, la prega di allontanarsi per evitare chiassate.

Mimì finge di andarsene, ma si nasconde lì vicino e ascolta la successiva conversazione tra i due amici. Apprende così che non è la gelosia a tormentare Rodolfo, ma la preoccupazione per la salute dell’amata e il rimorso per non poterle offrire nient’altro che il freddo pungente della misera soffitta.

Mimì scoppia in singhiozzi, rivelando la sua presenza al poeta, che la stringe appassionatamente tra le braccia e cerca di tranquillizzarla. I due giovani decidono di comune accordo di rimandare alla primavera la pur inevitabile separazione, nella speranza che la dolcezza dell’aprile mitighi la tristezza della solitudine.

Marcello e Musetta, nel frattempo, litigano vivacemente.

 

Quadro IV  In soffitta

Apparentemente intenti al lavoro, Marcello e Rodolfo si scambiano con simulata indifferenza le ultime notizie di Musetta e di Mimì, da cui sono da tempo separati. L’arrivo di Schaunard e Colline li distrae momentaneamente dalla nostalgia che li opprime e li riporta all’antica allegria. Il misero pasto che li attende si trasforma per gioco in un lauto banchetto, seguito da un gran ballo e concluso da un buffonesco duello.

All’improvviso appare sulla porta Musetta: agitatissima, riferisce che Mimì è sulle scale. Ormai allo stremo, la ragazza vuole ritrovare il luogo della passata felicità per morire accanto all’amato. Rodolfo si precipita da lei e la fa adagiare sul letto. Gli amici, commossi, si mobilitano per recuperare i soldi per il dottore e per comprare qualcosa che possa darle conforto: Colline va ad impegnare la vecchia zimarra, Musetta decide di vendere i suoi orecchini.

I due amanti, lasciati soli, si abbandonano insieme alle memorie struggenti del primo incontro. Gli amici ritornano con un cordiale, annunciando che il medico verrà presto. Musetta ha esaudito un desiderio della malata e le ha comprato un manicotto; lo offre a Mimì, che è sempre più debole, lasciandole credere che sia un regalo di Rodolfo. È l’ultima gioia per la poveretta che, subito dopo, ricade sui guanciali e muore silenziosamente.

 

 

Informazioni per il pubblico

Prezzi abbonamenti (6 spettacoli): platea da € 235,00 a € 190,00 (settore giallo), da € 210,00 a € 170,00 (settore rosso), da € 185,00 a € 140,00 (settore blu); I loggia da € 195,00 a € 150,00 (settore giallo), da € 170,00 a € 125,00 (settore rosso), da € 150,00 a € 110,00 (settore blu); II loggia da € 125,00 a € 95,00 (settore giallo), da € 105,00 a € 80,00 (settore rosso), da € 80,00 a € 60,00 (settore blu).

 

Prezzi biglietti: platea da € 75,00 a € 50,00 (settore giallo), da € 60,00 a € 40,00 (settore rosso), da € 50,00 a € 30,00 (settore blu); I loggia da € 55,00 a € 40,00 (settore giallo), da € 45,00 a € 30,00 (settore rosso), da € 40,00 a € 25,00 (settore blu); II loggia da € 35,00 a € 25,00 (settore giallo), da € 25,00 a € 20,00 (settore rosso), da € 20,00 a € 15,00 (settore blu).

 

Ai giovani under 30 sono applicate riduzioni del 50% sull’acquisto di abbonamenti e biglietti. Ulteriori agevolazioni sono previste per gruppi organizzati.

 

La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20, il sabato dalle 9 alle 13 e nell’ora precedente l’inizio dello spettacolo. I giorni festivi solo nell’ora precedente l’inizio dello spettacolo.

 

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono +39 0704082230 - +39 0704082249, fax +39 0704082223, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter, YouTube, Instagram. Biglietteria online: www.vivaticket.it

Condividi su:

Seguici su Facebook