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Il violino della Takezawa per Brahms

Quattro bis per la virtuosa nipponica nell’applaudito recital al Teatro Lirico di Cagliari

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Non tutti i giorni si ha la fortuna di ascoltare dal vivo un’interprete cimentarsi nell’integrale delle sonate per violino e pianoforte di Brahms.

Il cartellone della stagione sinfonico-cameristica firmato dal Sovrintendente Claudio Orazi, coadiuvato dal direttore artistico Mauro Meli, ha il merito di proporre alcuni importanti cicli di esecuzioni integrali, in particolare quello dedicato alle sinfonie Beethoveniane, diluito in vari appuntamenti e interpretato da differenti direttori.

Il Brahms delle sonate per violino è stato proposto in un unico recital dall’ottima violinista giapponese Kyoko Takezawa in duo con il pianista Edoardo Maria Strabbioli.

Un impegno di non poco conto per la profondità e la complessità di tre autentici capolavori del repertorio cameristico che la storia della musica annovera quale patrimonio degli ultimi tre secoli di produzione compositiva dei grandi autori dal barocco ai giorni nostri.

Ascoltare queste tre gemme della musica romantica è già di per se un privilegio.

Quando poi gli interpreti profondono generosità ed intensità nell’esecuzione, l’emozione cresce e lascia all’ascoltatore una sensazione di straordinaria pienezza nell’animo.

Le tre Sonate per violino e pianoforte op. 78, op. 100 e op. 108 appartengono alla piena maturità di Brahms e riflettono alcune caratteristiche fondamentali della sua poetica, prima fra tutte quel senso intimo, tenero, sentimentale e dolcemente affettuoso del Lied, che è l'elemento base e costante di tutta la produzione del compositore amburghese, dalla cameristica alla sinfonica.

Si sa che oltre queste Sonate egli ne aveva scritte altre tre, di cui due furono distrutte dallo stesso autore, perché non era rimasto soddisfatto della forma più che del contenuto.

Il terzo manoscritto delle Sonate non pubblicate, elaborato intorno al 1850 e catalogato con il mumero 5 di opus, fu smarrito da Brahms a Weimar durante una visita a Liszt nel giugno del 1853. Non va dimenticata inoltre la presenza di Brahms nella Sonata per violino e pianoforte composta nel 1853 in collaborazione con Albert Dietrich e Robert Schumann.

Il violino della Takezawa imprime alla lettura delle sonate un vigoroso fraseggio che accompagna i vari movimenti riuscendo a toccare momenti di grande lirismo che accompagnati ad una buona dose di virtuosismo regalano un’interpretazione intensa che il pubblico mostra di gradire  non solo per la bellezza pura delle partiture brahmsiane.

Alla fine del concerto, ben quattro bis accolti con soddisfazione dal folto nucleo di appassionati presente in teatro, colpito in modo particolare dalla eccellente perizia e brillantezza nell’interpretazione dello scherzo FAE, eseguito con particolare grinta ed eccezionale flessuosità.

 

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