La diagnosi finale sembra non lascia alcuno scampo: al netto della lieve ripresa registrata, la sanità sarda è ancora ‘malata’. Questo è quanto emerge dall’ultima indagine sull’IPS (Indice di Performance Sanitaria) realizzata per il secondo anno dall’istituto di ricerca economica e di mercato Demoskopika.
La Sardegna passa dalla 16ͣ alla 14ͣ posizione nella classifica riguardante l’efficienza del sistema, ma il punteggio complessivo resta ben al di sotto dei 300 punti a quota 277,9. Non molto diversa la situazione se si guarda al grado di soddisfazione espresso dagli utenti: qui l’isola si attesta al 13° posto con un punteggio complessivo di 52 (circa il 30%).
In positivo solo la ‘mobilità sanitaria passiva’, ovvero il dato relativo ai ricoveri in strutture sanitarie di altre regioni: la fedeltà dei sardi alla sanità isolana è tale da consentire alla Sardegna di piazzarsi nientemeno che alle spalle della virtuosa Lombardia. Sul fronte opposto, le dolenti note arrivano dalla ‘mobilità sanitaria attiva’, dove la Sardegna è fanalino di coda con un indice di attrazione di pazienti residenti in altre regioni pari allo 0,9% del totale dei ricoveri registrati sull’isola.
Né la situazione sembra migliorare se si fa riferimento agli altri indicatori presi in considerazione dall'indagine. La Sardegna risulta infatti 10ͣ in rapporto alle spese complessive per il management delle aziende ospedaliere e sanitarie e delle strutture sanitarie con 7.495.233 euro (4,51 euro pro capite); 15ͣ sulla spesa sanitaria pro capite con 1.945 euro; 14ͣ in relazione all’indicatore delle famiglie impoverite a causa delle spese socio-sanitarie ‘out of pocket’ (farmaci, case di cure, visite specialistiche, ecc.) con una stima di 11.200 famiglie. Per quanto riguarda infine le spese legali per liti, da contenzioso e da sentenze sfavorevoli l'isola chiude il 2016 in 13ͣ posizione: durante l'anno appena concluso il comparto sanitario sardo ha dovuto sborsare nel complesso 6,862 milioni di euro con una spesa pro capite di 4,13 euro.