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Marco Guidarini dirige con successo l’Orchestra del Lirico

Emozioni ed eleganza nel segno di Mozart e Dvorak

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La bacchetta autorevole di Marco Guidarini ha diretto il terzo appuntamento della stagione sinfonica della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari guidata dal Sovrintendente Claudio Orazi che, tra un concerto, un’opera, una conferenza e un libro, prepara la prestigiosa trasferta americana, evento straordinario che porterà per la prima volta nella storia la più importante istituzione culturale isolana al di là dell’Oceano.

Un progetto di ampio respiro che sarà presentato a Roma venerdì 17 alle ore 11.30 nella Sala Conferenze dell'Associazione della Stampa Estera.

Il cartellone, firmato per la seconda volta da Orazi con la collaborazione del direttore artistico Mauro Meli, prosegue fluente con appuntamenti variegati e con un ottimo successo di pubblico.

La ricetta musical-finanziaria importata dal Sovrintendente marchigiano, grazie ad un’esperienza gestionale cristallina e puntellata da grandi successi ottenuti in 30 anni di carriera ai vertici di isitutzioni come lo Sferisterio di Macerata, l’Arena di Verona e il Teatro Verdi di Trieste, sta producendo effetti eccezionali che consentono al teatro di lavorare con serenità e di riavvicinare il pubblico al grande palcoscenico di Via Sant’Aleixedda.

Il programma classico, impreziosito dai Canti biblici per mezzosoprano e orchestra op. 99 di Antonín Dvořák, andato in scena prima della pausa per la preparazione di Tourandot, ha conquistato il pubblico per la freschezza delle musiche e la bravura degli interpreti.

Ad aprire le danze l’ ouvertüre de Il Demetrio di Josef Mysliveček pregevolissima composizione di immediata godibilità, eseguita con leggerezza e grande eleganza.

Stessa cosa per la Sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore per fiati e orchestra K. 297b di Wolfgang Amadeus celeberrima composizione del grande salisburghese che ha visto esibirsi in qualità di solisti alcune prime parti del settore fiati della compagine cagliaritana, Riccardo Ghiani flauto, Salvatore Chierchia oboe, Lorenzo Panebianco corno e Andrea Cellacchi fagotto.

Molto affiatati tra loro, con alcuni acuti di virtuosismo sorprendente per grazia e spigliatezza, i quattro solisti hanno dialogato con l’orchestra in modo autorevole  assecondando l’eleganza interpretativa proposta da Guidarini.

Le intense pagine di Dvorak, con una ottima Ester Pavlu, mezzosoprano ceca dalla voce espressiva, possente e molto precisa, hanno chiuso la prima parte in attesa di gustare una delle più belle sinfonie mozartiane, la celebre “Praga” K. 504 in Re maggiore, un capolavoro del periodo viennese che ha regalato al pubblico un concentrato di emozioni e vibrazioni grazie ad una esecuzione pulita e ricca di slancio e colorature timbriche di grande effetto.

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