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Sovranismo sardo

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“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”
Sono profondamente amareggiato dalla grande rincorsa che è in atto in questi giorni alla paternità
del concetto di “sovranismo sardo”. Gesuino Muledda afferma che è stato lui a parlare per primo di
sovranismo in Sardegna, come panacea di tutti i mali della nostra terra. Lo fa con la complicità di
Sel e di tutta quella sinistra che, mi auguro per il bene della nostra isola, la finisca al più presto con
le sterili polemiche intestine.
La verità è che il concetto di sovranismo nasce a Tramatza da un'idea del Movimento Pastori Sardi e
delle varie aree autonomiste sarde.
Sovranismo significa sovranità alimentare, energetica e fiscale e quant'altro potesse servire alla
Sardegna a diventare un'isola che non subisse più di tanto ma imponesse le sue scelte all'Italia.
Oggi scopro che i maggiori nemici di questa idea la sposano, quasi fosse partorita dalle loro viscere.
Questo ci fa capire che la negazione delle nostre e mie idee non erano dovute al fatto che erano
sbagliate ma al fatto che fossimo noi dirle.
Il Mps diffida da queste persone e lancia un messaggio chiaro e semplice a tutta l'area del centro
sinistra: “Giu' le mani dalle nostre idee, idee che senza il coinvolgimento degli attori primari
saranno al di là dall'essere attuate”.
A riprova di tutto ciò porto a conoscenza degli interessati che non si può cambiare la situazione
economica sarda continuando a fare le stesse cose: cioè concentrando incontri e convegni a Cagliari
come se il mondo si fermasse lì.
Come Pastore e membro dell'Mps, ribadisco, sono profondamente amareggiato.
Fortunato Ladu

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