“Ho deciso di ricandidarmi perché Cagliari mi ha dato tanto e voglio restituire un po’ di esperienza e di capacità alla mia città. Per la seconda volta, sotto il simbolo della Base”.
Lino Bistrussu, Raffaele soltanto per l’anagrafe e per chi lo conosce da poco, è un’istituzione cagliaritana. Sessantasette anni portati con eleganza, in tutti i sensi: “Ho vestito due generazioni di cagliaritani, fino a quando mi sono occupato della Casa dello sport di via Alghero. E prima ancora da garzone di bottega in via Manno, a commesso e poi responsabile di negozio”. La sua è una bella storia umana e civile, prima che di commercio e impresa.
- Lino, perché dici di aver avuto tanto?
- “Mio padre era un meraviglioso manovale di Villanova e mia madre ci ha cresciuti in undici. Tre fratelli non ho fatto a tempo a conoscerli. Erano altri anni, decisamente. Di povertà dignitosa ma anche di tanta energia. Avevo una incredibile voglia di emergere e a undici anni ho iniziato a lavorare”.
- Il resto lo conosciamo: hai guadagnato e ti sei messo alle spalle la povertà…
- “Sì, ma in mezzo c’è molto altro. A vent’anni Avevo un secondo lavoro, andavo in giro ad allestire vetrine per conto terzi. E la notte frequento le serali per prendere licenzia media e ragioneria. Insomma, mi sono spaccato la schiena”.
- Com’è nata la tua passione per la politica?
- “Grazie all’atletica, uno sport che costa nulla e fa bene. Andavo alle Acli di via dei Genovesi 5, in Castello. Ci facevano fare atletica gratis e inevitabilmente si respirava l’aria del movimento dei lavori cattolici progressisti. Sono stato un moderato non certo di destra per tutta la vita e sono arrivato così in Consiglio comunale, la prima volta da indipendente con i Riformatori. Stavolta vorrei rientrarci ma con la Base, per continuare a occuparmi dei problemi del commercio, dello sport e del turismo. Cioè le cose che conosco e rispetto alle quali sono anche conosciuto. E poi voglio seguire i temi sociali: da quindici anni sono un volontario Unitalsi per Lourdes e Misericordia Sant’Elia”.
- Perché la scelta della Base?
- “Perché un movimento sardo ed è una vera squadra, dove non ci sono pregiudizi né piedistalli, come quelli che ho conosciuto in altri contesti politici cagliaritani. E poi ho un rapporto di dialogo con Claudio Cugusi da tanti anni, da quando ci siamo confrontati da consiglieri in Consiglio comunale”.
- Come vedi questa campagna elettorale?
- “Frammentata e confusa. Sto iniziando a parlare di elezioni con i cagliaritani e trovo disponibilità verso La Base ma registro un senso di disorientamento generale. Dobbiamo occuparcene seriamente, parlando di cose concrete e chiudendo il libro dei sogni”.
- Ecco, una cosa concreta che vuoi fare...
- “Riorganizzare il sistema dei contributi pubblici per i poveri. Bisogna che leghiamo ogni euro che diamo a una prestazione per la collettività. Così sarà garantita la dignità a chi chiede e al tempo stesso la comunità cagliaritana, che per pagare quel contributo si priva di qualcosa, ne avrà un beneficio. Penso a prestazioni misurabili come pulire un giardino, spazzare la strada davanti a casa, collaborare nella raccolta dei rifiuti. Insomma, ce n’è”.
Bruno Ollano