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Il capitano Arioli per il sesto anno al Cus Cagliari

Basket femminile

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Il “primo tempo” era stato nelle stagioni dal 2004 al 2006, poi ha vestito la maglia di Pontedera, Chieti e La Spezia (per due stagioni); infine il ritorno in maglia rossoblu dalla quale Cinzia Arioli, classe 1984, non si è più allontanata dalla stagione 2010/2011, nonostante, anche quest'anno la guardia lombarda sia stata nel mirino di diverse squadre, in primis le vice-campionesse d'Italia del Lucca. Magentina di nascita, il capitano delle universitarie è “ormai” sarda d'adozione. “Mi sono innamorata della Sardegna per tanti aspetti. Ho trovato delle persone che mi hanno dimostrato grande attaccamento, ed è lo stesso che io provo per loro. Le relazioni personali sono un aspetto fondamentale. Eppoi – continua il capitano – la qualità della vita qui è molto alta”. Nelle relazioni, manco a dirlo, rientrano anche le compagne di squadra che, anche nella stanchezza più pesante, trovano spazio per un sorriso, e tanto basta a darsi forza: “Quando insieme si condivide la fatica e si riesce a scambiare un sorriso, magari durante un allenamento duro o in gara, questo ci dà la forza per andare avanti. Ciascuna di noi sta portando un mattoncino, dando fiducia alla compagna. Si è creato un grande affiatamento anche con lo staff tecnico e pian piano stiamo costruendo la nostra identità di gruppo”. Se poi al lavoro in campo si aggiunge il supporto del pubblico “avere persone che ti sostengono, che ti trasmettono emozioni e a cui tu vuoi far sentire le tue (l'esempio più recente, contro Schio, il pubblico che si alza e ti applaude) è fantastico. Ti fa sentire quanto affetto ci sia attorno alla squadra”. E tornando alla gara con Ragusa, Cinzia Arioli non nasconde che il pensierino al colpaccio l'aveva fatto: “Ci abbiamo creduto quando abbiamo raggiunto il pareggio. Ma poi loro sono andate avanti grazie alla maggiore esperienza, anche maggior cinismo, eppoi non dimentichiamo che Ragusa è un campo caldissimo. Ciò che è importante, però, è che noi non abbiamo mai mollato, e questo è l'atteggiamento giusto per il proseguo del nostro campionato”. Fermo restando che la vita del capitano ruoti attorno alla pallacanestro, quando non si allena che fa? “Trovo il tempo di fare due passi al mare o in centro, ci incontriamo anche con le compagne. Fassina avrebbe risposto: sta al telefono!”. E domenica, altro test importante per il Cus Cagliari, al palaCus, alle 18, le universitarie ospitano l’Umbertide.

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