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Fine agosto alla scoperta del Sinis

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Dalla "corsa degli scalzi" all'isola di Malu Entu.

Fine agosto alla scoperta delle tradizioni e della natura del Sinis.

Il Sinis, con le sue ricchezze culturali e naturali, sarà la prossima
meta dell'escursione, organizzata da Cral Mereu, ANCOS Confartigianato
e Centroovest, che si terrà il 31 agosto.

Durante l'arco di una intera giornata, i partecipanti potranno prima
assistere alla famosa e antichissima Corsa degli Scalzi di Cabras poi,
successivamente, scoprire le bellezze dell'isoletta di Malu Entu nel
golfo di Oristano.

Il programma prevede la partenza l'ultimo giorno di agosto, alle 6.30
da Cagliari, per essere alle 8.00 al villaggio di San Salvatore di
Sinis in tempo per ammirare la Corsa degli Scalzi.

Alle 9.00, trasferimento nella spiaggia di Putzu Idu per imbarcarsi
sui gommoni verso l'isola di Malu Entu). Qui, i partecipanti
sosteranno fino alle 17.00, orario in cui si ripartirà per Cagliari.

Ai partecipanti è consigliato, visto che la giornata sarà trascorsa
prevalentemente in spiaggia, di munirsi di ombrellone, costume,
asciugamano, creme di protezione solare.

Le iscrizioni scadono improrogabilmente venerdì 30 agosto alle ore 13.00.

Per informazioni e prenotazioni contattare Raffaela Carrus presso
Mereu Autoservizi al telefono 070494345 o alla mail
info@autoservizi.com oppure recarsi in Piazza Giovanni XXIII, 38 09128
Cagliari

 

San Salvatore di Sinis è certamente uno fra i più importanti centri di
Religiosità temporanea in Sardegna.
Il paese sorge alle pendici delle colline del Sinis, al termine della
Pianura del Campidano di Oristano, nella zona centro occidentale della
Sardegna, non lontano dalla Penisola del Sinis, dove i resti della
città di Tharros, ricordano tempi lontani e la presenza di antiche
civiltà.
L'origine  del centro si perde un po' nella notte dei tempi. La chiesa
rurale, costruita intorno al diciassettesimo secolo, e dedicata al
Santo Salvatore, è posta sopra un tempio pagano sotterraneo, ipogeo,
dedicato in età nuragica al culto delle acque quale principio di vita.
E' attorno a questa chiesa che sono sorte nel tempo le casette degli
agricoltori, abitate solamente nella settimana che precede la prima
domenica di settembre, in occasione del novenario che si svolge in
onore del Santo.
Storia e leggenda raccontano infatti, che in occasione di una delle
frequenti invasioni saracene, gli agricoltori che vivevano a San
Salvatore, affidassero alle loro donne la statua del Santo presente
nella chiesetta, perché la portassero a Cabras, per sottrarla ad
eventuali atti  vandalici da parte degli invasori.
La tradizione vuole che la statua del Salvatore rimanga perciò a
Cabras fino al sabato mattina precedente la prima domenica di
settembre, quando, di corsa, centinaia di giovani, vestiti con una
clamide bianca e scalzi, la portano al villaggio per la celebrazione
della festa.
E' questa, per i giovani di Cabras, la corsa per i faticosi chilometri
lungo l'asfalto e la terra battuta, l'atteso momento che dà energia e
valore ed un significato spirituale ad un voto fatto al Santo e che si
scioglie con la faticosa corsa.
Il pomeriggio della domenica, infatti dopo i festeggiamenti, gli
stessi giovani, sempre scalzi e di corsa, riportano la statua del
Santo in paese, dove fra tanta gente la festa si conclude.
Il trasporto della statua del Santo Salvatore avviene sempre di corsa,
quasi a voler far rivivere i momenti del pericolo durante l'invasione;
è come voler ancora fuggire per sottrarre la statua ad eventuali atti
vandalici.
Anticamente, con il rientro del Santo a Cabras, tutti i novenanti, la
domenica sera chiudevano le case e, raccolte le masserizie,
rientravano con le carrette al seguito della statua, mentre un senso
di malinconica tristezza invadeva il villaggio che ritornava così, per
un altro anno, all'antico silenzio.

L'Isola di Mal di Ventre è l'unico residuo di un esteso affioramento
granitico che in tempi remotissimi bordava tutta la costa occidentale
della Sardegna. La sua superficie è di circa 80 h e dista circa 5
miglia nautiche dalla costa; la sua altezza massima sul livello del
mare è di circa 18 m. Il disfacimento delle sue rocce alimenta le
sabbie delle spiagge quarzose del Sinis.

Il paesaggio è quello tipico delle rocce intrusive granitiche le quali
assumono caratteristiche forme dovute all'azione erosiva delle spesso
eccezionali forze della natura che le "lavorano" e le modellano,
talvolta, in forme che la fantasia popolare attribuisce a persone,
cose o animali. Sotto il mare, in un fondale quasi completamente
roccioso, blocchi e massi arrotondati, singoli o in ammassi,
contornano l'isola e nelle piccole cale sabbiose della costa
delimitano piccole spiagge sottomarine di sabbie quarzose; uno
scenario ideale per gli amanti della fotografia subacquea.

Nei secoli passati fu meta dei popoli dei Nuraghi che si spingevano
sino all'isola per l'abbondanza dei pesci. Il passaggio dei popoli
antichi, lo testimoniano i ruderi e i resti di muraglie argini e pozzi
che venivano utilizzati per la raccolta delle acque. Nel medioevo
l'isola fu meta dei pirati saraceni. Qualche decennio addietro veniva
utilizzata dai pastori come pascolo per le greggi. Aggredita dal vento
di Maestrale, la vegetazione è costituita prevalentemente da lentisco,
tamerici, tife e bassa vegetazione erbosa.

Mal di Ventre dal punto di vista naturalistico rappresenta un
importante ricovero sia per gli uccelli migratori terrestri come la
tortora, sia per la nidificazione degli uccelli marini come il
cormorano dal ciuffo, il gabbiano corso e quello reale. Numerosi sono
anche i conigli selvatici. Qui possiamo osservare anche numerose
testuggini che vanno a spasso indisturbate.

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