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Servitù militari di Cagliari, lo Stato e la Regione non rispettano i patti

Interpellanza di Ledda (La Base) a Pigliaru: mantieni la parola e restituisci le aree e i palazzi ai Comuni sardi

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Con quale autorità e con quale faccia la Regione e il Governo firmano accordi per restituire ai Comuni sardi 350 beni militari dismessi e poi tradiscono gli stessi accordi? 

Se lo chiede Gaetano Ledda, consigliere regionale della base in un'interpellanza appena depositata che ricorda l'accordo Stato - regione del 2008 e tutti i successivi incontri. L'ultimo un anno fa, tra il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il direttore del Demanio, Roberto Reggi. I risultati? Misteriosi, nessuno li conosce. Alla faccia del principio di sussidiarietà, pure scritto nella Costituzione, in virtù del quale il parere dei Comuni dovrebbe contare sempre qualcosa, quando si tratta del loro territorio.

Di seguito, l'interrrogazione 

 

INTERPELLANZA LEDDA sulla mancata applicazione dell'accordo Stato-regione stipulato nel 2008 sulla dismissione dei beni demaniali militari in favore della Regione autonoma della Sardegna.

**********

premesso che:

l'articolo 14 dello statuto speciale per la Sardegna legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 9 marzo 1948, n. 58, dispone: 1) la Regione, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo;

nel 2008 l’accordo Stato – Regione (composto da due accordi: uno siglato tra il Ministero della Difesa, la Regione Sardegna e l’Agenzia del Demanio e l’altro tra l’Agenzia del Demanio statale e la Regione Sardegna) ha previsto la dismissione di ben 350 beni demaniali militari in favore della Regione autonoma della Sardegna;

il trasferimento formale dei beni inseriti nel suddetto accordo ha subito, nella scorsa legislatura, un forte rallentamento;

il 22 maggio 2015 il presidente della Regione, Francesco Pigliaru e il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, in un incontro si sono impegnati a dare esecuzione agli accordi del 2008;

l’Assessore agli Enti Locali, ha dichiarato quale obiettivo dell’incontro quello di “arrivare all'acquisizione di altri beni considerati non strategici dallo Stato e dislocati in tutta la Sardegna, sia nelle coste che nei centri abitati e in zone di interesse turistico: parliamo di caserme e strutture militari, ma anche di edifici dell'Amministrazione penitenziaria. Un intervento di federalismo demaniale che ci consentirà di restituire ai cittadini sardi beni che spesso risultano chiusi e inaccessibili da tanto tempo".

considerato che

 nonostante le dichiarazioni dell’Assessore agli Enti Locali, alcuni dei 350 beni demaniali sono stati assegnati dal Demanio al Ministero dell’Economia e delle Finanze per destinarli a nuove sedi degli uffici finanziari locali, con la motivazione, ancora per altro da dimostrare, della necessità di tagliare i costi dei canoni passivi corrisposti a privati;

la scelta di cui sopra è stata assunta, in assenza di alcuna preventiva consultazione delle istituzioni regionali e comunali competenti, con un esercizio “prepotente e lesivo della sovranità costituzionale delle leggi contenute nello Statuto Sardo e specificatamente dell’art. 14” nonché degli accordi del 2008;

tra i beni “assegnati” dal Demanio al Ministero dell’Economia e delle Finanze, ve ne sono alcuni di valore storico e culturale, come la struttura carceraria ospitata in piazza Mannu di Oristano, nota anche come Reggia Giudicale e altri, come gli ex Magazzini Generali dell’Aeronautica Militare di Via Simeto a Cagliari, i quali per ubicazione e superficie erano stati destinati, dal Comune di Cagliari, a parcheggio di interscambio con l’Aeroporto Giacomo Mameli di Elmas. Tale progetto peraltro risulta essere complementare rispetto all’ampliamento dell’aeroporto, che diventerà il più grande di tutta la Sardegna, con incremento del traffico aereo e perciò anche di passeggeri che da questo hub si sposteranno a Cagliari e in tutta l’Isola. Si ricorda altresì che l’area di Via Simeto necessiterebbe, in caso di trasformazione d’uso da parcheggio ad uffici, di investimenti ingenti, a carico del Comune, per la realizzazione dei sottoservizi e delle opere di urbanizzazione necessarie a renderla fruibile;

l'Assessorato degli Enti locali ha già precisato "con nota n. 771 del 12 gennaio 2016, che è stato confermato l'interesse della Regione all'acquisizione dell'ex carcere di Oristano e, allo stesso tempo, reiterato l'istanza di trasferimento del compendio immobiliare al patrimonio regionale";

chiede di interpellare il Presidente della Regione Autonoma della Sardegna e l’Assessore agli Enti Locali, per:

conoscere l’elenco dei beni inseriti nell’accordo siglato nel 2008 che non sono ancora stati trasferiti alla Regione Autonoma della Sardegna e, nello specifico, lo stato delle interlocuzioni con le autorità statali in merito al trasferimento dei due beni di cui alla presente interpellanza;

chiarire quale procedura amministrativa è stata seguita in merito alla richiesta di trasferimento di questi due beni, cioè se è stata formalizzata una richiesta scritta o se sono unicamente avvenuti incontri interlocutori verbali;

riferire chiaramente quali progetti di riqualificazione e valorizzazione sono stati concordati con i Comuni nei quali risiedono i beni in oggetto.

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