Due anni fa moriva uno dei personaggi più importanti e generosi nei confronti del popolo sardo: il professor Giovanni Lilliu. Sardo, nato a Barumini, archeologo e profondo conoscitore della storia e cultura della penisola. Fu professore ordinario di Antichità Sarde dal 1955, e per vent'anni coprì la carica di Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Cagliari. Fondò e diresse la Scuola di Specializzazione di Studi Sardi dell'Università di Cagliari e dal 1990 fu chiamato, unico sardo, a far parte dell'Accademia dei Lincei. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo "La civiltà dei Sardi dal neolitico all'età dei nuraghi" (Torino, 1963), "Sculture della Sardegna nuragica" (Cagliari, 1966), "La civiltà nuragica" (Sassari, 1982), "Cultura e culture" (Sassari, 1995), "Arte e religione della Sardegna prenuragica" (Sassari, 1999). Uomo dai mille interessi fu anche consigliere regionale della Democrazia Cristiana. Negli ultimi decenni, fino a prima di morire è stato paladino dell’identità sarda e della sua lingua. In un famoso saggio degli anni Settanta ha coniato e definito il concetto della "costante resistenziale sarda". Dedicò il volume "Sentidu de libertade" (2004)all’importanza e il peso che “sa limba” possono avere nell’identità dei sardi e nella loro cultura. Personalmente ho avuto il piacere di conoscerlo e sentirne parlare nei racconti di mio nonno, suo cugino. In quelle parole “storiche”, di ricordo ma anche di rivelazione, c’era tutto l’orgoglio di appartenere a una terra così ricca e desiderosa di essere scoperta.