In questi anni critici, in cui i risparmi sono volatili (per usare un eufemismo), bisogna stare attenti a tutto. Anche alle commissioni, ovvero ai costi che la banca applica, in modo più o meno nascosto, relativi alle operazioni effettuate. Eesempio: anche comprare un fondo di investimento comporta il fatto che la banca incamera una commissione per il disturbo. In questi giorni al centro della polemica si ritrova Mediolanum: oltre alle commissioni di gestione, al cliente viene applicata una commissione di performance non meglio precisata, calcolata mese dopo mese. In pratica si arriva all'assurdo secondo cui se un titolo per dieci mesi di fila perde e all'undicesimo riprendere a guadagnare (limitando così le perdite subite), il gestore incassa ugualmente la sua commissione. Assurdo, vero? Il fatto è che nei contratti Mediolanum manca la clausola High water Mark, che evita convenzionalmente proprio questo rischio.
Il risultato è che il risparmiatore paga due volte e in fondo non si capisce per quale ragione. Da qui le crtiche rivolte in questi giorni (vedi glistatigenerali.com) sui media specializzati a Mediolanum. Anche se, frugando frugando, è certo che altri gestori non sono sempre corretti con chi investe. (a.p.)