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Cultura regionale: storia e caratteristiche delle carte sarde

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Le carte sarde sono un elemento distintivo della cultura popolare della Sardegna, molto ben radicate nella tradizione e nella storia dell’isola. Sono di derivazione spagnola, ma la particolarità di queste carte da gioco è che riflettono influenze storiche risalenti al periodo della dominazione aragonese (XIV-XVIII secolo). Il mazzo sardo è composto dalle canoniche 40 carte suddivise in quattro semi: coppe, denari, bastoni e spade. Le illustrazioni, stilizzate e dal tratto essenziale, si differenziano da quelle di altre regioni italiane per la loro semplicità e per i colori vivaci, tipici di una tradizione popolare che mescola praticità ed estetica. Le dimensioni delle carte sono generalmente più ridotte rispetto ad altri mazzi italiani, facilitando la maneggevolezza durante il gioco.

La loro origine risale al Medioevo, quando le influenze culturali spagnole iniziarono a diffondersi nell’isola grazie ai contatti commerciali e politici. Durante la dominazione aragonese, le carte spagnole vennero adattate ai contesti locali, sviluppando uno stile unico rispetto agli altri mazzi della penisola. Nei secoli successivi, il mazzo di carte sarde ha mantenuto molti dei tratti distintivi delle carte spagnole (che restano le più note in Italia) come l’assenza di numeri e la presenza di figure stilizzate, come il cavallo al posto della regina. Per quanto riguarda invece la rappresentazione dei simboli, non si discosta troppo da quello che si vede comunemente nelle tradizionali carte a seme spagnolo. Spicca però un design più semplificato per quanto riguarda gli assi, che sono meno riccamente decorati rispetto al mazzo iberico.

Con il passare del tempo, la produzione delle carte è diventata sempre più localizzata, e alcuni artigiani hanno introdotto elementi stilistici tipici della cultura sarda, come motivi geometrici o colori che richiamano i tessuti tradizionali dell’isola. Tuttavia, non si tratta certamente di un mazzo di carte popolare per il grande pubblico, come quelli presenti in un casinò online o nelle numerose app di gaming, ma non per questo le carte sarde hanno un valore storico meno importante: rappresentano un simbolo della resilienza culturale dell’isola, preservate nonostante la globalizzazione e l’introduzione di mazzi più moderni e standardizzati.

Le carte sarde sono utilizzate principalmente per giochi tradizionali che variano da regione a regione dell’isola. Tra i più popolari c’è il Tressette, un gioco di strategia e abilità che coinvolge due o quattro giocatori. Altrettanto diffuso è ilScopone Sardo, una variante del classico Scopone, in cui i giocatori si sfidano a formare combinazioni di carte per accumulare punti. Tra i passatempi marcatamente tradizionali si trova il Sa Murra, in cui la fortuna la fa da padrone: si gioca sia da soli che in coppia. Gli sfidanti calano sul tavolo delle carte, in maniera casuale, e lo scopo è quello di indovinare la somma dei punti. Un altro gioco spiccatamente sardo è la Mariglia, che è conosciuta nei territori dell’isola anche con la denominazione di Bridge sardo: le regole sono molto simili a quelle del poker e il numero di giocatori è tassativamente 4, suddivisi in coppie. Mentre è possibile trovare le versioni in digitale del Tressette ad esempio, è quasi impossibile (almeno fino ad ora) trovare sul web i giochi più tradizionali.

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