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Anche noi pellegrini e testimoni di un evento straordinario

La redazione racconta la giornata dell'incontro con il Papa

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Tante le emozioni durante la giornata della visita del Papa. Il programma è stato seguito con meticolosità e rispetto per tutti gli orari, tranne l’ultimo appuntamento con i giovani nel largo Carlo Felice in cui è arrivato quasi con venti minuti di ritardo rispetto alla tabella di marcia.
Tre i momenti che sono stati di maggiore trasporto emotivo e spirituale, i momenti in cui Papa Francesco si è mostrato uomo semplice, pellegrino e immigrato nello stesso tempo.
Di primo mattino, appena arrivato nel caloroso capoluogo, è stato accolto dai lavoratori e i tanti fedeli che chiedevano una parola di conforto per il disperatissimo momento riguardante il precariato e la mancanza di un occupazione fissa. Tre gli interventi di testimonianza, tre tipi di disperazione che hanno scosso il Santo Padre mettendolo nella condizione di trovarsi quasi senza parole. Nonostante avesse un discorso già pronto, già preconfezionato ha deciso di esprimersi di  getto, esprimendo esattamente ciò che provava in quel turbine di emozioni di compassione e voglia di trasmettere speranza.
“Inutile dirvi coraggio, che senso può avere? Io ho il compito di sostenervi e darvi la speranza, e la speranza va sostenuta da tutti” con questo invito ha fatto capire quanto fosse vicino al popolo sardo. “Ho vissuto in prima persona la preoccupazione della mancanza di lavoro, mio padre era partito in cerca di fortuna in Argentina, con tutte le difficoltà che ora dovete affrontare voi che decidete di partire per trovare la dignità: SENZA LAVORO SI PERDE LA DIGNITA’”.
Esorta a trovare la forza nelle persone, negli uomini e nelle donne e non  nel dio denaro: NON LASCIATEVI RUBARE LA SPERANZA!!!
Il secondo incontro nella Basilica di Nostra Signora di Bonaria, dove è stato accolto dal presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda.
Prima dell’attesissima celebrazione della Santa Messa il commovente incontro con i malati all’interno della basilica, una navata intera occupata dai sofferenti, quasi tutti sui lettini, immobili quasi abbandonati in quell’abbraccio di compassione e amore paterno.
A ognuno di loro ha saputo rivolgere il giusto sguardo e le giuste parole di un momento indimenticabile e indelebile. Tanta la commozione da entrambe le parti.
E infine l’attesissimo incontro con i giovani alle 17,30 nel palco del largo Carlo Felice. Un’accoglienza in stile Giornata Mondiale della Gioventù, canti gioiosi, balli e tanti tantissimi giovani ad accogliere a modo loro il Papa della forte comunicazione e della condivisione.
“Fidatevi di Gesù, affidatevi a lui e chiedetegli sostegno, lui non vi abbandona!”, parole semplici, concetti base per un mondo tanto complicato. Così come la preghiera insieme ai lavoratori, una preghiera diretta “Gesù a te non  è mancato il lavoro, fai che non manchi più neanche a noi”. Tutti sullo stesso piano, Lui, Gesù e noi uniti dalla stessa ricerca di un unico grande valore, la dignità.

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