Chi si aspetta all’inizio della rappresentazione l’ouverture in stile rossiniano o gli straordinari affreschi musicali che introducevano le opere di Verdi, non deve disperare, non resterà deluso, perche quello a cui potrà assistere, se si reca al Teatro Lirico fino al 10 aprile, è uno spettacolo straordinario, una fiaba fantastica che emoziona e stupisce per tutti i suoi ingredienti, mescolati abilmente, tra musica, voci, scene, luci e costumi, per offrire al pubblico uno spaccato di teatro musicale poco frequentato ma di grande impatto ed emotività.
La campana sommersa è un'opera in 4 atti di Ottorino Respighi su libretto di Claudio Guastalla, basato sulla commedia Die versunkene Glocke del tedesco Gerhart Hauptmann.
La prima esecuzione assoluta fu rappresentata il 18 novembre 1927 allo Stadttheater di Amburgo.
L'editore storico di Respighi, Ricordi, non era d'accordo con la scelta del soggetto, e rifiutò di pubblicare l'opera, che venne data alle stampe dalla casa editrice tedesca Bote & Bock.
Il mondo fiabesco del lavoro di Hauptmann ispirò Respighi e lo condusse a creare una partitura che ricorda in alcuni passaggi, all'ascoltatore più attento, i suoi famosi poemi sinfonici, orchestrati con fantasia e ricchezza di effetti.
Dal momento che uno dei protagonisti, Enrico, è un artigiano fonditore di campane, Respighi pensa, argutamente, di utilizzare spesso rintocchi ed effetti squillanti che conferiscono un’aura di magia e suggestione ancora più marcata e sognante.
Essendo un’opera sconosciuta ai più è bene conoscerne la trama e immergersi nel mondo musicale di Respighi prima dell’ascolto dal vivo.
L’opera inizia con la protagonista Rautendelein (nella foto di scena di Priamo Tolu), bellissima e con la caratteristica chioma ramata e ricciata, intenta a dialogare, tra le montagne, vicino alla sua casa, con l'Ondino e il Fauno; quest’ultimo racconta orgoglioso d'aver fatto ribaltare il carro con la campana destinata alla nuova chiesa eretta sulla sommità del monte.
La campana è andata a finire in fondo al lago.
Al termine del racconto del Fauno appare Enrico, il costruttore di campane autore della bellissima opera d’arte, il quale, scampato a fatica dal pericolo di rimaner travolto assieme alla campana, è sfinito, febbricitante e disperato per la misera fine del suo capolavoro che tanta fatica gli era costata.
Rautendelein, mossa a compassione e inconsapevolmente toccata al cuore da un sentimento più profondo, che trova eco nell'anima di Enrico, vuole salvarlo, noncurante che la Strega, sua nonna, le ha detto che egli dovrà morire, non essendo, come tutti gli uomini, una creatura immortale.
Vede perciò con gran dolore il curato, il maestro ed il barbiere ritrovare Enrico dopo lunghe ricerche e riportarlo a casa.
I giochi delle Silfidi non allettano più Rautendelein, nè il monito dell’Ondino riesce a trattenerla dal voler andare tra gli uomini.
Magda, la moglie di Enrico, attende in casa i primi rintocchi della nuova campana.
Purtroppo, invece, le giunge la notizia della disgrazia e le viene portato il marito gravemente malato.
Enrico è inconsolabile e dice che solo un miracolo potrà ridargli la vita e la forza per ricominciare la sua opera.
Il curato, per rendere a Magda meno faticosa la cura del malato, le porta in aiuto una fanciulla che tutti ritengono muta.
In realtà è Rantendelein che, con i suoi incantesimi, riesce a far tornare Enrico a nuova vita e ad infondergli nuovo coraggio.
Lui, pervaso dal sentimento amoroso, ha abbandonato la famiglia e vive con Rautendelein nelle montagne dove i Nani, l'Ondino ed il Fausto sono al suo servizio e dovranno aiutarlo nella sua nuova intrapresa.
Enrico intende attuare due grandiosi progetti: la costruzione di un nuovo Tempio e l'istituzione di una nuova religione che dovrà rendere felice l'umanità.
Al curato, arrivato per distoglierlo da questi propositi, Enrico risponde che «sarà più facile che la campana sommersa faccia udire ancora una volta i suoi rintocchi anzichè egli desista dalla sua idea».
Poco tempo dopo Enrico è costretto a difendersi dagli abitanti del paese che insidiano alla sua vita ed a quella di Rautenclelein e tentano di distruggere il tempio in costruzione.
Riuscito in questo intento, Enrico torna fra le braccia di Rautendelein trovando pace e felicità; ma per poco, poichè sopraggiungono i suoi due figlioletti che gli portano in una brocca le lacrime versate dalla mamma che, per disperazione, si è annegata nel lago.
Contemporaneamente salgono dalle acque profonde i rintocchi della campana.
Tutto ciò genera nell'animo di Enrico un tale sconforto e turbamento da indurlo a respingere Rautendelein, ritenendola creatura infernale e diabolica, ed a fuggire.
In preda alla disperazione, Rautendelein si rassegna a sposare l’Ondino e a vivere con lui in fondo al pozzo.
Enrico, che senza di lei non può più vivere, la cerca lungamente, ma invano.
Giunto allo stremo delle forze, gli appare la Strega che esaudisce il suo ultimo desiderio: vuole vedere ancora una volta la sua innamorata prima di morire.
Rautendelein riaffiora dalle acque stanca e piena di affanni, è bianca come l’angelo della morte senza la fluente capigliatura in bella mostra ma nascosta da un copricapo bianco (cosa che alla fine confonde il pubblico che aspetta invano per l’applauso finale la protagonista con la lunga chioma ricciata), non vuole riconoscere Enrico e lo rimprovera di averla spinta a sposare l’Ondino.
Alla fine però, ricordando i momenti felici, si riconcilia con lui e lo bacia, rendendogli meno sofferto l’ultimo respiro.
Una prima esecuzione assoluta in Sardegna che ricolloca il Teatro Lirico di Cagliari all’attenzione del panorama musicale nazionale ed internazionale, una scelta coraggiosa che il sovrintendente Claudio Orazi, alla prima delle cinque stagioni liriche della sua gestione, coadiuvato dal direttore artistico Mauro Meli, propone al pubblico cagliaritano che mostra di apprezzare il cartellone operistico e di balletto 2016 con una presenza massiccia alla serata inaugurale tenutasi ieri e con una entusiastica adesione alla campagna abbonamenti.
Un successo frutto anche della geniale scelta del sovrintendente di presentare il nuovo corso della Fondazione cagliaritana con un poderoso intervento a favore delle scuole, iniziativa che ha consentito, nei primi mesi di insediamento della gestione Orazi, di far conoscere al pubblico il cartellone sinfonico e la stagione lirica e di balletto, puntando su grandi autori e su programmi di qualità interpretati da artisti di ottima caratura.
Le sole rappresentazioni per gli studenti del progetto Beethoven hanno coinvolto più di 10.000 giovani, un risultato straordinario che segna l’inizio di una nuova vita per il teatro di Via Sant’Alenixedda.
Anche la Regione crede nella rinascita della Fondazione lirica e il Consiglio regionale, nelle pieghe della recente Finanziaria, ha trovato 1 milione di euro in più per il rilancio della più importante industria culturale dell’Isola.
Il suggerimento di Cagliari Quotidiano ai suoi lettori è di non mancare a questo importante appuntamento, un’occasione unica per ammirare il nuovo allestimento del Teatro Lirico con la regia del fiorentino Pier Francesco Maestrini, che si avvale delle straordinarie scene e proiezioni di Juan Guillermo Nova, delle luci di Pascal Mérat e dei costumi di Marco Nateri.
L’Orchestra, il Coro del Teatro Lirico di Cagliari e il Coro di voci bianche del Conservatorio Statale di Musica “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari sono diretti dalla bacchetta esperta di Donato Renzetti
Il maestro del coro è Gaetano Mastroiaco, mentre il coro delle voci bianche è preparato da Enrico Di Maira.
La compagnia di canto vede spiccare, nel ruolo della protagonista, il soprano rumeno Valentina Farcas (Rautendelein), affiancata da nomi di prestigio e da giovani che si alternano nelle recite quali Daniela Cappiello (2, 5) (Rautendelein), Maria Luigia Borsi/Francesca Tiburzi (2, 5) (Magda), Agostina Smimmero/Lara Rotili (2, 5) (La Strega), Martina Bortolotti (La prima Elfe), Francesca Paola Geretto (La seconda Elfe), Olesya Berman Chuprinova (La terza Elfe), Angelo Villari/Francesco Medda (2, 5) (Enrico), Thomas Gazheli/Gocha Abuladze (2, 5) (L’Ondino), Filippo Adami/Tatsuya Takahashi (2, 5) (Il Fauno), Dario Russo/Alessandro Abis (2, 5) (Il Curato), Nicola Ebau (Il Maestro), Mauro Secci (Il Barbiere),Martino Corda/Nicola Secchi (2, 5) (Il primo Bimbo), Letizia Puddu/Eleonora Dunn (2, 5) (Il secondo Bimbo), Sandro Meloni (Il Nano).
La campana sommersa sarà replicata sabato 2 aprile alle 19 (turno G), domenica 3 aprile alle 17(turno D), martedì 5 aprile alle 20.30 (turno F), mercoledì 6 aprile alle 20.30 (turno B), venerdì 8 aprile alle 20.30 (turno C), domenica 10 aprile alle 17 (turno E).
Le recite per le scuole, edizione “ridotta” dell’opera della durata complessiva di un’ora circa, sono martedì 5, giovedì 7 e venerdì 8 aprile sempre alle 11.
Ai giovani under 30 sono applicate riduzioni del 50% sull’acquisto di abbonamenti e biglietti mentre ulteriori agevolazioni sono previste per gruppi organizzati al fine di favorire la diffusione dell'opera lirica in tutta l'Isola.
Informazioni per il pubblico.
La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta dal lunedì al sabato dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 20. La domenica e i giorni festivi apre, solo in caso di spettacolo, un’ora prima l’inizio dello stesso.
Contatti presso la Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, telefono +39 0704082230 - +39 0704082249, fax +39 0704082223, biglietteria@teatroliricodicagliari.it