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"Riportiamo il grande spettacolo a Cagliari: è un investimento turistico"

Laura Grasso (La Base): in Consiglio comunale per la nuova stagione di governo con Massimo Zedda

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“Perché un cagliaritano mi dovrebbe votare? Perché ho iniziato a fare politica nel 1991 occupandomi dei diritti dei gay e delle lesbiche, in tempi in cui non esisteva internet e la disperazione non si poteva condividere. Ho la capacità di battermi per i più deboli, l’ho dimostrato. I diritti di cui mi vorrei occupare oggi sono quelli alla casa per chi non ce l’ha, che siano nuovi proletari o ceto precario. E poi il diritto all’inserimento e al reinserimento sociale e lavorativo: non distribuzione di denari ma progetti concreti. E poi i diritti delle donne, ovvero la parità. C’è comunque una violenza praticata contro e sulle donne perché è il sistema impari. Non cerco criminali e non faccio il poliziotto: anche nella società cagliaritana c’è evidente disparità. Che va rimossa”.

Laura Grasso la fa lunga, perché molti sono i concetti che ha in testa. Battagliera come sempre, gli anni non l’hanno cambiata. Era davvero un secolo fa quando lei e pochissimi impavidi, sotto un cappello di bigotta disapprovazione collettiva che oggi è impensabile, davano vita all’Arcigay  Arcilesbica di Cagliari. Molti si sono persi per strada o hanno scelto il disimpegno. Questione di gusti o semplicemente è la vita che ci cambia. Laura no: è rimasta un simbolo, un'etichetta cucita addosso. Cinquantasei anni, componente della commissione Pari opportunità del Comune di Cagliari, laurea in psicologia del lavoro. La professione l’ha proprio azzeccata: il suo posto è operatrice al centro d’ascolto dell’associazione L’Aquilone. “Mi occupo di persone con dipendenze da sostanze o da gioco. Non è facile ma è quello che volevo e voglio fare, perché aiutare chi ha un problema mi ha sempre dato soddisfazione. Sin dai tempi in cui all’Arcigay Arcilesbica avevamo attivato il telefono di ascolto, che in breve tempo è diventato l’unico punto di riferimento in tutta la Sardegna per gli omosessuali”.

Laura Grasso, candidata a Cagliari con la Base a fianco di Massimo Zedda: cosa porti alla Base e cosa ti dà la Base?

“Di certo sono una che conosce la città e le cose di cui parla, ovvero i temi sociali e anche culturali della città. Mi interessa che al più presto si riapra l’Anfiteatro, che un festival di interesse internazionale come “Jazz in Sardegna Expò” possa tornare a Cagliari. In questi cinque anni la maggioranza e la giunta Zedda hanno fatto molto ma non tutto. E lo spettacolo è stato visto più come una voce di spesa, da ridimensionare, invece che come un capitale da spendere bene facendo investimenti a evidente ricaduta turistica. C’è e ci sarà tempo per riannodare i fili con il complesso mondo degli operatori culturali, che conosco bene perché ci ho lavorato”.

Perché la scelta della Base?

“Perché è un movimento. Perché è sardista ma non fraga di folklore un tanto al chilo. Perché è a sinistra ovvero sociale, concretamente, sulle cose che propone e fa. E non con le parole. La Base è il mio unico approdo politico possibile: la Sardegna è in braghe di tela e non la colpa non è soltanto dei sardi. Certo che tra di noi c’è sempre stato e c’è chi si è venduto. Si chiama razza compradora. Ma non è tutto così e noi crediamo che la strada della libertà, dell'autodeterminazione potrà essere costruita. La Base è un gruppo dove la democrazia esiste e chi fa parte di un territorio decide. A Carbonia abbiamo un candidato sindaco, Francesco Cicilloni. A Monserrato altrettanto con Tonio Vacca. A Nuoro abbiamo sostenuto e sosteniamo Andrea Soddu: non prendiamo ordini da nessuno, andiamo con chi ci sembra il tipo giusto”.

Il tuo giudizio su Zedda

“L’uomo in questi cinque anni si è fatto, è proprio maturato. Le perplessità che alcuni potevano avere prima, legate all’età, sono del tutto fugate. Può rivedere gli errori di questi anni, dettati dalla voglia di fare, e rimediare. Gli errori sono di chi lavora, peraltro: chi non fa non sbaglia mai. Parliamo della Fiera: è al centro della città, ha tutto. Ora mi aspetto che Massimo Zedda, nuovo sindaco metropolitano, presenti un progetto per l’uso della Fiera. Credo sia giusto riqualificarla, costruendo un palazzetto nuovo che possa anche ospitare i concerti. Come quello di Assago a Milano, per capirci”.

Cos’è, invece, questo progetto sui cani randagi di cui si parla dentro la Base?     

“Ho ricevuto parecchie segnalazioni in questi mesi sul problema del randagismo a Cagliari. E benedetta sia la città metropolitana, perché un tema così va affrontato e risolto soltanto in un ambito più vasto di quello del territorio di Cagliari. Abbiamo in via Po una bel canile, l’altro giorno ho partecipato all’inaugurazione della nuova sala operatoria. Ma non è tutto quello che ci serve: dobbiamo incentivare le adozioni sull’intero territorio della città metropolitana e allo stesso modo dobbiamo organizzare un solo servizio di raccolta e sterilizzazione dei randagi che coinvolga tutti i comuni dell’area metropolitana. Chi abbandona un cane non lo sguinzaglia in via Roma e poi va via: lo porta nell’hinterland, magari su una provinciale o in campagna. E al cane gli viene male raccontare dove risiedeva prima di essere cacciato di cuccia. Dunque, la soluzione possibile è alla portata solo se usciamo dai muri perimetrali della città”.

Come sarà la tua campagna elettorale?

“Non dispongo di patrimoni e spenderò soltanto poche centinaia di euro per volantini e materiali di stampa. Sto chiedendo, però, ai miei amici di identificarsi in questo progetto politico e di darmi concretamente una mano. Quindi, molto porta a porta e feste. E molto molto Facebook: è gratis, ci si può sbizzarrire con pochi euro”.

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